Danza e Religione
E' interessante notare che sin dai tempi più antichi, il rapporto tra autorità ecclesiastiche e danza sia stato meno che armonioso in quasi tutte le civiltà e società. Questo é successo al tempo del Vecchio Testamento, dei primi Cristiani, del Medioevo e fino alla prima metà del 20° secolo. Si pensa che al tempo dei primi Cristiani questo accadde in quanto la danza fu identificata nei riti pagani. Sant'Agostino fu uno dei primi accusatori. Scrittori in tempi successivi asseriscono che la sua minuziosa descrizione degli effeti drastici della danza e delle pratiche ad essa associate rivelasse una conoscenza ottenuta per esperienza personale. Uno dei principali punti della riforma protestante fu la condanna di buona parte delle danze del tempo. Molte nuove nazioni protestanti bandirono il ballo in quanto lavoro ed influenza del diavolo. Si racconta che in Scozia, a differenza della Chiesa Riformata che condannava la danza e la musica da danza, in particolare la musica eseguita con la cornamusa, i seguaci delle dottrine cattoliche ed episcolari fossero meno tolleranti. I Calvinisti condannarono tutta la danza come maligna e 'dannosa al rendimento futuro dell'anima'. John Knox non gradì molto la decisione di Mary, Regina degli Scot, di introdurre in corte le danze francesi. Secondo Francis O'Neill [vedi foto], 'il clero irlandese era estremamente moderato in confronto ai loro contemporanei scozzesi'. I preti della Chiesa Libera scozzese proclamarono con fierezza di aver 'bruciato l'ultima cornamusa e l'ultimo violino nella parrocchia'. Duncan Fraser (in Scottish Traditional Dancing) si lamentò che in questo modo avevano preso il colore dalla vita delle gente. In Inghilterra, dopo che Enrico VIII prese il controllo della Chiesa, la country dancing rinacque. Lo stesso Enrico VIII era molto favorevole alla bella vita, alla gioia della musica, della danza e dei loro relativi piaceri. In Irlanda, sembra che l'autorità della Chiesa abbia sempre visto la danza come 'ignobile, scostumata, immorale e disdicevole per il proprio gregge'. Ci sono molti esempi a partire dal 17° secolo, documentati da Breandán Breathnach, dove la danza viene condannata, così come gli sfortunati suonatori di cornamusa, considerati i principali responsabili per la sua popolarità. Una delle ragioni date era il collegamento esistente tra la musica, la danza ed il bere. Principalmente in occasione di veglie funebri, festival e ritrovi della domenica pomeriggio. Il tutto portava ad un comportamento indegno. Le donne erano più facilmente soggette a denuncia se venivano sospettate di favorire la danza. Molti vescovi, come Dr Plunkett della contea di Meath (1790?1819), Dr Bray di Cashel e Emly (1746) e Dr Moylan della conte del Kerry (1785), condannarono gli incontri di ballo nella loro diocesi minacciando punizioni, come ad esempio la scomunica, a tutti quelli che avessero osato disobbedire. La situazione fu così fino agli anni 30. Sono tanti gli esempi di musicisti, considerati responsabili per la danza, venir fisicamente aggrediti e i loro strumenti esser rotti e distrutti. Ad esempio, un suonatore di cornamusa di nome Stephen Ruane di Galway, fu costretto ad abbandonare la propria professione di musicista e, senza alcuna altra alternativa per sopravvivere, finire i propri giorni nell'ospizio dei poveri di Galway. Nel suo libro, Notes from the Heart, P.J. Curtis racconta di Junior Crehan, il famoso
violinista della contea di Clare e fonte di alcuni riscoperti set della sua contea, che ricorda di un parroco negli anni 30 che era così contrario alla musica e alla danza che regolarmente pattugliava di notte i sentieri di campagna, nello sforzo di annientare queste 'occasioni di peccato e dissolutezza'. Una volta, avendo scoperto un ballo in pieno svolgimento in una casa
di campagna, entrò come una furia, fece allontanare tutti i ballerini con il suo bastone di prugnolo e, strappando una concertina [vedi foto] dalle mani di un musicista, la ruppe in mille pezzi per gettarla poi nel fuoco, promettendo il fuoco dell'inferno e la dannazione a tutti quelli che avevano partecipato al ballo. Ci sono molte storie simili a queste dove preti spuntavano all'improvviso in qualche incontro di ballo, malmenando uomini o ragazzi presenti e riportando le ragazze dai loro padri, i quali erano quindi incoraggiati a punirle. Sia i musicisti che i ballerini venivano sovente denunciati dagli altari durante le S.Messe domenicali. La paura e il generale disagio a seguito di questo atteggiamento da parte del clero, che aveva una forte influenza sulla gente di campagna, contribuirono in gran parte alla graduale scomparsa della danza nell'Irlanda rurale. Si racconta che molti musicisti si trovarono costretti ad emigrare e il nostro stile irlandese di vita divenne sicuramente più povero in seguito alla loro partenza. Francis O'Neill dichiarò che 'nessuna giustificabile ragione, oltre che la difesa della moralità, fu mai accampata per l'ostilità del clero irlandese nei confronti della musica e della danza'. Questo fu per lui difficile da giustificare, considerando che le attività oggetto di condanna si svolgevano in pubblico all'aperto, nelle case, nei campi, o agli incroci delle strade, fra famiglie, amici e vicini di casa. Secondo Breandàn Breathnach, ciò che preoccupava maggiormente la Chiesa era il serio pericolo creato dalle influenze straniere che minacciavano gli standard tradizionali irlandesi di onore e modestia, come dimostrato dalle danze del tempo. Nelle lettere pastorali quaresimali del 1925, ai genitori e tutori veniva loro rammentato la loro grande responsabilità per la preservazione dell' "onore cavalleresco dei ragazzi irlandesi e della modestia cristiana delle fanciulle irlandesi". [...]
Le sale da ballo commerciali furono condannate come una causa di peccato e scandalo e grande clamore si sollevò a seguito del controllo svolto dallo Stato. Ecco un articolo apparso sul The Irish Times nel 1929:
Il clero, i giudici e la polizia sono tutti concordi sulla minaccia degli effetti del bere e delle sale da ballo di basso livello. Ulteriori restrizioni sulla vendita di alcoolici, una severa sorveglianza delle sale da ballo, proibire balli per tutta la notte sopprimerebbero molte istigazioni al vizio sessuale, ma ciò che é sopratutto necessario é il riconoscimento del fatto che il controllo del patrimonio più magnifico e più prezioso sta sfuggendo di mano.
Pare evidente che vi fu un forte bisogno di avere un deciso controllo da parte dello Stato. Si giunse così alla Legge del 1935 sulle sale pubbliche da ballo. Questo atto prescriveva che tutte le sale da ballo fossero in possesso di una licenza e ne indicava le specifiche condizioni per l'ottenimento da parte dei giudici distrettuali. Lo scopo di questo atto fu di 'porre le condizioni per la concessione della licenza, il controllo e la supervisione dei luoghi adibiti al ballo ed aperti al pubblico, e porre le condizioni per altre questioni collegate alle questioni sopramenzionate'.
Ecco un esempio di condizioni poste nell'atto:
Articolo 1: In questo atto, la parola 'luogo' indica una costruzione (o parte di essa), un
cortile, un giardino od ogni altra area delimitata, con tetto o senza tetto, con delimitazione e tetto (se presente) sia permanente che temporanea; con l'espressione 'ballo aperto al pubblico' si intende che chiunque vi può partecipare e che le persone presenti vi partecipino attivamente. [...]
Sebbene grazie all'approvazione di questa legge si riuscì a ben gestire le sale da ballo pubbliche, sfortunatamente l'atto era applicabile anche alle case da ballo in campagna. Ciò comportava che, per poter radunare insieme delle persone per ballare in casa, era necessario avere la licenza. E' in dubbio che l'atto volesse giungere fino a tanto, ma le guardie civiche e il clero locale operarono come se lo fosse. Il tormento che fu dato a quelli che organizzavano tali ritrovi fu tale che ne causò effettivamente la scomparsa. In questo modo, uno stile di vita nell'Irlanda rurale fu portata gradualmente ad una triste fine. A quei tempi, le case da ballo in campagna già subivano la predominanza delle sale da ballo pubbliche sempre più di moda e quando sarebbe stato logico tutelarle come reale alternativa alle sale pubbliche, con la nuova legislazione, esse vennero penalizzate a tal punto da farle scomparire. Ora che le danze potevano essere controllate, in quasi tutti i paesi e villaggi vennero costruite nuove sale parrocchiali per ospitare queste riunioni di danza approvate ora dal clero. Vennero approvate le céilì dances in buona parte create dai membri della sezione danza della Lega Gaelica, la Commissione Danza Irlandese formata nel 1929. Queste céilì dances erano ben apprezzate per la loro modestia e severa formalità. Si usava dire che 'le danze irlandesi non formano dei degenerati', come se gli altri tipi di danza lo facessero [!]. Breandán Breathnach ritiene che il Public Dance Hall Act fu emanato in seguito alle forti pressioni sul governo da parte di alcuni membri della gerarchia [ecclesiastica]. Ebbe, inoltre, il timore che, come ricercatore, gli avessero potuto negare l'accesso agli archivi del governo sull'argomento. Volendo trovare possibili giustificazioni ad un atteggiamento ostile, sia da parte della Chiesa che delle autorità civili, verso ciò che era essenzialmente un innocuo passatempo, ci sarebbero delle possibili risposte. Francis O'Neill affermava che era un tentativo per preservare la morale della nazione. Breandàn Breathnach ricorda che ci può essere stato il sospetto che le riunioni per la danza fossero in realtà la copertura per organizzazioni sovversive illegali. Se, come sembrerebbe più probabile, la motivazione fosse stata di tipo morale, fu sicuramente rischioso rimuovere le persone da tali riunioni sociali in casa, tra i loro stessi amici e vicini, e mandarli invece in sale da ballo pubbliche, munite sì di licenza, ma certamente non in grado di tratterli dal compiere atti immorali. Un'altra possibile spiegazione avanzata dagli scrittori é che i guadagni, ottenuti con il controllo delle danze, fossero messi nelle casse delle parrocchie.
|