CROKE PARK APRE LE SUE PORTE AGLI SPORT "STRANIERI"
Croke Park apre le sue porte al calcio e la rugby dopo un divieto durato 100 anni
Lunedì 18 aprile 2005
Una svolta storica, la Gaelic Athletic Association (GAA) [Associazione Atletica Gaelica] ha votato la fine del divieto agli sport "stranieri" durato 100 anni, aprendo così le porte del suo ultramoderno stadio di Dublino al calcio e al rubgy. Il Croke Park con i suoi 82.000 posti, casa spirituale del calcio gaelico e dell'hurling, sarà ora aperto al calcio e al rugby internazionali temporaneamente rimossi dalla loro decadente sede in Lansdowne Road in attesa che il loro campo venga ristrutturato. Il taoiseach [Capo del Governo] Bertie Ahern ha descritto il cambiamento del controverso Articolo 42 della GAA come un "giorno storico e molto importante per lo sport irlandese". Non sono mancate le contestazioni storico-politiche, il dibattito sul futuro della GAA ha dominato per settimane TV e radio d'Irlanda, con i rappresentanti delle sei contee dell'Irlanda del Nord che hanno votato contro la mozione. Sligo aveva proposto il cambiamento facendo riferimento, tra le altre cose, ai benefici finanziari nell'affittare il Croke Park per partite di calcio e di rugby per un limitato periodo di tempo - probabilmente tre anni - invece di vedere le squadre nazionali costrette a giocare le partite in casa in Gran Bretagna. Dopo un dibattito durato oltre un'ora sabato - una discussione che ha compreso la bizzarra affermazione che l'accogliere il calcio nel Croke Park avrebbe aiutato il raggiungimento di un'Irlanda unita mentre altri si lamentavano che avrebbe invece distrutto l'anima dei giochi gaelici - il risultato del ballottaggio segreto é stato di 227 membri favorevoli alla mozione e 97 contrari. Il simbolismo della decisione della GAA é enorme. Nel novembre del 1920, la milizia britannica dei Black and Tans aprì il fuoco a Croke Park nel corso di una partita di calcio gaelico tra Dublin e Tipperary, uccidendo 12 spettatori e un giocatore, durante ciò fu in Irlanda la prima Bloody Sunday [Domenica Sanguinosa]. Fino al 1971, l'associazione aveva vietato ai suoi membri di giocare sport stranieri e, fino al 2001, aveva negato l'iscrizione al personale dell'esercito britannico e agli ufficiali di polizia dell'Irlanda del Nord. La GAA, che in passato ha affittato i propri campi per partite di calcio americano e concerti pop, sta ora valutando il potenziale finanziario del calcio e del rugby. Peter Quinn, ex-presidente dell'organizzazione, ha suggerito la scorsa settimana che la GAA potrebbe far pagare fino a 2 milioni di euro per partita.
*****
L’ASSOCIAZIONE ATLETICA GAELICA ABBANDONA UN’ALTRA DELLE PROPRIE REGOLE, E CEDE IL SUO MAGGIORE E STORICO STADIO DI DUBLINO AI GIOCHI STRANIERI.
Ieri [mercoledì 20 aprile 2005] il congresso dell’Associazione Atletica Gaelica (GAA), dal 1884 una delle principali organizzazioni dedicate a preservare il patrimonio culturale irlandese nel suo complesso, e in particolare i giochi indigeni (come football gaelico, hurley e camogue), ha abolito un’altra delle regole fondamentali del suo statuto. Già nel 2001 la GAA aveva abolito (la maggioranza necessaria è di due terzi dei voti dei delegati), con l’opposizione dei delegati di alcune Contee del Nord, il suo Articolo 21, che proibiva che membri delle forze armate della Corona britannica, polizia e militari, ne facessero parte. Oggi è stato abolito l’Articolo 42, che proibiva che si giocassero negli impianti sportivi di proprietà della GAA “giochi stranieri” quali il calcio e il rugby. Le sei Contee dell’Irlanda del Nord, e la Contea di Kerry nella Repubblica, hanno invano votato contro: il voto, avvenuto a scrutinio segreto, ha visto 227 delegati a favore dell’abolizione, 97 contrari. Lo scopo del voto è permettere alla federazione calcistica e a quella di rugby irlandesi di affittare lo stadio della GAA di Croke Park a Dublino, l’unico stadio sportivo irlandese conforme agli standard internazionali. Croke Park è un simbolo dell’indipendentismo irlandese, essendo stato teatro della ’Domenica di Sangue’ del 20 novembre 1920, quando per rappresaglia per l’uccisione di una quindicina di agenti segreti inglesi avvenuta quella mattina a opera dello I.R.A. le forze della Corona spararono sulla folla che seguiva una partita di football gaelico, uccidendo 13 persone, tra le quali un giocatore. L’abolizione dell’Articolo 42 (come già quella dell’Articolo 21 quattro anni fa) è il risultato di una campagna di stampa condotta da tutto l’establishment irlandese, a fini, evidentemente, anti-nazionali e anti-repubblicani. Infatti nessuno si è chiesto perché la federazione calcistica e quella di rugby, organizzazioni professionali e ben finanziate, non siano state in grado in vent’anni di costruirsi un proprio stadio conforme agli standard internazionali, a differenza di una associazione di dilettanti come la GAA, sostenuta solo dalle offerte dei membri. L’unico partito che si sia opposto apertamente all’abolizione dell’Articolo 42 è stato il Republican Sinn Féin (RSF), il partito repubblicano ‘tradizionalista’. Il piccolo Partito Repubblicano Socialista Irlandese (IRSP) ha invece chiesto che almeno, in memoria dei caduti nella ‘Domenica di Sangue’ del 1920, in occasione di incontri internazionali di calcio e di rugby venga proibito di suonare l’inno nazionale inglese a Croke Park. Il Sinn Féin Provisional, che nel 2001 si era opposto all’abolizione dell’Articolo 21, questa volta non ha preso posizione, lasciando che l’espressione del disappunto fosse affidata al giornale locale di Belfast Ovest «The Andersonstown News», a esso vicino.
|